Sport e disabilità

Comune di Milano sport e disabilità

Bisogna usare le parole precise se vogliamo che la gente la smetta di trattare chi ha una disabilità fisica o mentale solo come un poveretto da compatire e non una persona con una vita da vivere (Bebi Vio)

Sono ritornato a vivere, dopo un lungo periodo di assenza per cause di salute, ero e sono strafelice, di essere stato invitato dal consigliere Alessandro Giungi a questo evento insieme a persone meravigliose che si dedicano dei diritti sia nello sport e nella vita.

Comitato Pari Opportunità Ordine Avvocati Milano, Ordine Avvocati di Milano, Commissione Sport Ordine Avvocati di Milano.

Grazie a Elena Buscemi, Maria Barbera, Lino Orrico, Francesco Cusati il mio amico fraterno e vicino di casa, Lorenzo Radice, Maria Laura Guardamagna e la grandissima campionessa Giulia Terzi vincitrice di 5 medaglie alle paralimpiadi di Tokio! .

e l’altro consigliere Daniele Nahum

Avevo preparato una bozza di discorso ma sentendo la forza dei miei compagni di viaggio sono andato a braccio, comunque la sintesi del discorso è stata:

Sono molto emozionato nel presentarmi oggi qui a parlare con voi, delegati dei diritti o del diritto allo sport, esistono dai nostri padri costituenti che nell’articolo 3.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociale.

Non esiste nessun articolo che ci dispensa di fare sport e grazie a una meravigliosa persona dott. Antonio Maglio creatore delle paraolimpiadi.

Uno psicoterapeuta che ha capito il valore dell’Umanità, non ci sono barriere ad essere umani, non sono vincoli ad essere umani, ha capito una cosa fondamentale l’aggregazione delle persone con disabilità e senza disabilità.

Io che sono un baby boom, ero completamente separato dagli altri, tu non puo fare? Tu non puoi essere?

Avevano sempre paura che io mi facessi male! Un male irrimediabile per la mia costituzione fisica.

Avevano sempre paura in team fatto da 11 persone, per giocare insieme io fossi l’elemento ultimo di scelta o mi facevano diventare arbitro, oppure 6 contro 5, tanto Leo non sa giocare.

Da quando ho iniziato a sciare nel lontano 1986, e fare le gare con persone normodotate, si arrivavo ultimo, ma ho visto mio padre piangere dalla felicità.

Io grazie una psicoterapeuta sono rinato, grazie al dott. Maglio abbiamo riacquistato nello sport la voglia di vivere e non sopravvivere davanti a una televisione.

Quello che vi chiedo, è di continuare a sperare che i miei e i nostri ragazzi non siano vittima, della solitudine interiore.

La forza d’animo che ci propone sport, deve essere applicata anche nel lavoro, nella vita.

Lo sport è la base e la condizione che ci porta a dire -io piu noi.

Una frase che dico quasi sempre e che amo:

Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, prendi l’occasione per comprendere.” (Pablo Picasso).

Le paraolimpiadi ci hanno permesso di conoscerci, e di conoscere anche noi stessi, le nostre potenzialità, se lo fa lui lo posso fare anch’io, siiii, non abbiate la presunzione di essere primi, io ero ultimo, ma felice.

Io non posso più credere, che ci siano razze o etnie o considerati noi come un mondo a parte, siamo tutti e dico tutti parte dell’umanità.

Noi facciamo parte del mondo, grazie professor Antonio, che hai saputo valorizzare nel profondo la vita di tutti noi.

C’e’ molto da fare, una pietra scartata ai miei tempi dai costruttori, oggi è diventata pietra angolare.

Lo diceva perfino Albert Einstein.

È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio.

Noi tutti insieme possiamo creare un’umanità, dove la speranza di vivere nella nostra unicità deve essere elemento fondamentale della nostra esistenza.

Grazie a tutti zio leo

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